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Valeria Fragale

dr.ssa Valeria Fragale

TERAPISTA DELLA NEURO E PSICOMOTRICITÀ DELL'ETÀ EVOLUTIVA

La scelta di dedicarmi allo sviluppo neuro-psicomotorio dei bambini nasce da esperienze personali e scolastiche, che mi hanno spinta a raggiungere le conoscenze necessarie per aiutarli sul piano sia educativo che clinico.
Ho conseguito la laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva nel 2011.
Ho esperienza presso centri educativi, dove mi sono dedicata allo sviluppo neuro-psicomotorio di bambini in età evolutiva, utilizzando come strumenti prevalenti di intervento educativo “il gioco spontaneo e, soprattutto, il gioco del movimento”, per accompagnare l’evoluzione e lo sviluppo della personalità del bambino, intesa come unità di mente, corpo ed emozione.
Lavoro, inoltre, presso centri medici polispecialistici, dove mi occupo della prevenzione, terapia e riabilitazione di malattie neuropsichiatriche infantili, nelle aree della neuro e psicomotricità, della neuropsicologia e della psicopatologia dello sviluppo, dei disturbi percettivo-motori, neurocognitivi e dei disturbi di simbolizzazione e di interazione del bambino, utilizzando la dinamica corporea come integrazione delle funzioni mentali e delle relazioni interpersonali.
Tratto anche bambini in difficoltà nell’apprendimento del segno grafico (disegno, scrittura) e dell’intelligenza numerica (linea dei numeri, calcolo, matematica…).
Conosco e applico il Metodo Spazio-Temporale Terzi per i disturbi dell’organizzazione spazio-temporale e la CAA (Comunicazione Aumentativa – formazione c/o Ospedale Policlinico di Milano) per i disturbi della comunicazione e dello spettro autistico.
Tengo corsi di formazione nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie, in merito alla psicologia dell’apprendimento della matematica.

“Dite: è faticoso frequentare bambini. Avete ragione. Poi aggiungete: bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli. Ora avete torto. Non è questo che più stanca. È piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli”.

Janusz Korczack